"Dovevano essere 750.000 euro i soldi stanziati dalla Regione per regalare finalmente al litorale di Marina di Carrara un Reef, cioe' un' opera di ingegneria marittima e costiera finalizzata al miglioramento della sempre piu' popolare attivita' sportiva e ricreativa del surf da onda. Si tratta in sostanza di realizzare una serie di barriere frangiflutti per indurre un frangivento controllato delle onde marine, opera peraltro gia' realizzata peraltro in Australia e California: questo progetto che potrebbe riversare turisti tutto l'anno sul nostro litorale sarebbe il primo in tutta Europa. Ma l'aspetto ancora piu' importante del Reef e' l'effetto anti-erosivo che permetterebbe alle amministrazioni pubbliche di escludere totalmente i costi di ripascimento delle spiaggia del litorale. Sono anni e anni che oramai l'iter di realizzazione del Reef e' stato avviato grazie all'impegno costante di Enrico Giannotti e che la Regione ha stanziato alla Provincia i soldi necessari per un impegno di spesa prevista come si diceva di 750.000 euro: e allora dove sono finiti questi soldi? Perche' la Provincia non vuole stanziarli? Perche' non vengono impiegati per realizzare l'opera? Chi non la vuole? Chi ne impedisce l'esecuzione? I dubbi di Futuro e Liberta' sono molteplici anche e soprattutto perche' con la delibera della Provincia n. 173 del 6 luglio 2011, per l'appunto la Provincia, deliberava il trasferimento di 150.000 mila euro al Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile dell'Universita' degli Studi di Roma, ossia all'ente che ha realizzato lo studio di fattibilita' del Reef. E gli altri soldi dove sono finiti? Perche' si procede cosi' a rilento? Ma la cosa piu' grave di tutta questa vicenda e' quella legata ai costi di ripascimento del litorale pari a decine e decine di milioni di euro sborsate dai contribuenti: siamo infatti costretti a spendere tutti questi soldi per un piano di ripascimento che vede camion, ditte e impresari lavorare a ciclo continuato per andare a prendere la ormai famosa " sabbia santificata del Po ", che pur essendo addirittura di un colore diverso dalla nostra, secondo gli studi, parrebbe essere la migliore, se non l'unica, non inquinata con cui e' possibile ripascere la nostra costa. Quella del Magra pare, sempre secondo questi autorevoli studi, che non possa essere utilizzata perche' inquinata. Cosa si nasconde dietro il "traffico della sabbia del Po"? Perche' e' necessario decuplicare i costi di ripascimento e organizzare un trasporto continuato dall'alt'Italia quando la sabbia potrebbe essere recuperata tranquillamente sul Magra o comunque in zona? Che tipo di ditte, ossia qual'e' la compagine sociale, e che tipo di contatti, ossia a chi sono legate, le aziende che si occupano di questo costosissimo e fruttuosissimo ripascimento padano? Chi spinge, tra gli amministratori, nel continuare questa prassi? Chi ci guadagna? Ma soprattutto la Provincia dovrebbe spiegare a Futuro e Liberta' perche' di fronte alla possibilita' di creare un Reef artificiale che eserciterebbe una sorta di ripascimento naturale si preferisce continuare a sprecare le risorse dei contribuenti, decine e decine di milioni di euro, per comprare la sabbia del Po'?"
Nicola Franzoni
FLI
Quotidiano diffuso via internet da Il sito d'Italia. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale Civile di Firenze n.5811 del 29 dicembre 2010. Edito da Giornalistifiorentini srls Copyright ilsitodiFirenze.it - Tutti i diritti e i contenuti sono proprietà de ilsitodiFirenze.it - Direttore: Matteo Calì
Realizzazione sito web Firenze | Realizzazione sito web Massa | Realizzazione sito web Roma | Realizzazione sito web Perugia | Realizzazione sito web Bari | Realizzazione sito web Italia | Trame Digitali digital agency