Ci sono leggi che non nascono propriamente con l’etichetta di “simpatiche”. È il caso della normativa di recente promulgazione, che sarà in vigore dal prossimo primo settembre, nota come “Legge Levi”. Tale normativa prevede che le librerie, comprese quelle virtuali online, non potranno più applicare sconti indiscriminati sui libri e gli e-books, ma dovranno accontentarsi di riduzioni sull’ordine del 15% al massimo come regola generale.
Come eccezione alla regola summenzionata, è prevista una facoltà di arrivare sino al 20% di sconto quando l’offerta sia presentata nell’ambito di un salone del libro, oppure abbia quali destinatari istituti universitari, strutture scolastiche, biblioteche. Lo sconto del 25% potrà invece raggiungersi solo in presenza di campagne promozionali realizzate direttamente dagli editori, per una durata massima di un mese e con l’esclusione del mese di dicembre. L’approvazione della legge è stata salutata con favore da molti degli addetti ai lavori, preoccupati per i diffusi sconti incontrollati. Per i consumatori, invece, l’impatto non dovrebbe essere indolore. Non pare esservi dubbio che i diritti dei lettori siano in sede parlamentare passati in secondo piano, rispetto ai corposi interessi dei protagonisti imprenditoriali della distribuzione e commercio dei testi.
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